Spiacenti, il click con il tasto destro non è disponibile.

Donne: un universo di bambole sessuali

 

A sbatterci in faccia la carrellata di scopate e prestazioni sessuali sguaiate, prodi, viziose o fallimentari, è quel genio irrequieto, inquieto e irrisolto di Charles Bukowski o Henry Chinaski (il suo pseudomino). Con “Donne” ci ha consegnato trecento pagine filate di storie tumultuose, avventure goderecce, smanie di lascivia senza freni. 

L’alcool, la vita randagia, l’anima on the road, la passione indomita e travolgente per le donne, ci hanno sempre presentato un Chinaski borderline, straordinario e insieme dissoluto. Un uomo bisognoso di sesso e di emozioni, pronto ad affogare entrambi nell’ebbrezza di una bevuta.

Trecento pagine in cui Chinaski non fa che collezionare donne e imprese erotiche. Sembra dannatamente affamato di piacere e insieme beatamente affascinante. Tratta le donne come bambole sessuali eppure esercita su di loro un’irresistibile attrazione.

Confessa lui stesso il disagio e il disprezzo per la sua condotta da porco ubriacone:

«Non pensavo a niente se non al mio stupido meschino piacere. 

Ero come un ragazzino viziato. Ero la peggiore di tutte le puttane»

Un nome dopo l’altro: Debra, Lydia, Tammie, Dee Dee. Nomi che più che a persone sembrano appartenere a corpi: labbra, seni, gambe, culi. Su ognuna e con ognuna pare non debba inseguire altro che uno sfogo animalesco: non esiste il futuro, non esistono i sentimenti, c’è soltanto l’attimo dell’istinto che brucia nelle parti intime e incalza nel linguaggio sboccato, nei gesti sconci.

«Ciascuna di esse era diversa, unica. 

Avevano la passera diversa, i seni diversi, la bocca diversa, ma nessun uomo poteva godersele tutte, ce n’erano troppe, con le gambe accavallate, a far impazzire gli uomini. Che pacchia!»

Un vorace puttaniere senza scrupoli e romanticismo? Un fottuto realista? Una disperata vittima delle seduzioni e degli orgasmi? Un feroce estimatore della virilità brutale?

«L’amore va bene per quelli che riescono a sopportare il sovraccarico psichico.

È come trasportare sulle spalle un bidone pieno di spazzatura oltre un fiume di piscio in piena»

Molti passi di “Donne”, come molte frasi di Bukowski, sono ventate di eccitante provocazione, sculacciate amorose. Prendono a calci e pugni la morale ammosciante, premono sull’acceleratore della verità da consumare senza ipocrisie: ci fanno sesso orale e intanto ci prendono a frustate.

Chinaski, il perdigiorno misogino che non ha da offrire a una donna altro che whiskey scadente per farla ubriacare, miete successi: tra le sue braccia si accomodano tutte.

Cosa trovano in quel sesso a ripetizione, in quell’uomo senza promesse, in quegli incontri al limite dell’indecenza più pericolosa? Trovano forse lo stesso suo vuoto, riempito di un momento, attutito da un amplesso, nascosto tra le pieghe intense e arrapate della lussuria.

Sono donne che nella libidine che non si maschera e non si veste a festa, trovano l’autenticità di un uomo fuori da ogni schema…che ama. A suo modo, Chinaski ama. Ama anche quando non vuole saperne di amare. Perché chi ha scelto di vivere la sua vita diversa e originale, non volge altrove lo sguardo, non perde un bacio.

Alla fine forse sono donne che non possono odiarlo, che non possono volerlo diverso da com’è, che non possono lasciarsi scappare quella gioia ruvida e bastarda del sesso che capita.

È più lui se mai a soffrire della sua ingordigia, a sentirsi sul marciapiede dei sensi, 

a penare dell’incapacità di tenere a bada gli impulsi.

Pare di immaginarlo in lotta con un fallo impenitente, vorace, dispettoso, irriverente. Pare di avvertirne un pizzico di dolorosa mancanza d’amore.

Eppure ogni bambola sessuale è lieta, sa di aver dato le grazie a Chinaski e di averne avuto in cambio una botta di intrepida, contorta, sballata esistenza. Non si chiede se è bene o male, semplicemente tace. Tace come chi fa entrare il destino senza vergogna e senza aspettative. Tace come chi non ha voglia di chiamare amore, l’estasi che bagna tutti.

COSA INSEGNA LA FREGOLA?

Andiamo in calore, come le bestie. Possiamo essere come Chinaski, tremendamente ghiotti delle dolcezze carnali. Non è una prerogativa del maschio che intrufola le fantasie sotto tutte le gonne e in tutte le scollature, è una appetitosa possibilità aperta anche alle donne. Possiamo essere come Chinaski, in equilibrio precario tra pruriti incontenibili e sogni sentimentali.

Perché lui racchiude il tormento della contraddizione tra il sesso voluto dalla natura e l’amore imposto alla natura. 

Chinaski barcolla, in preda ai fumi dell’alcool e a quella indomabile brama che nega l’amore…però teme di sbagliare o essere sbagliato. 

E io? E tu? E noi?

C’è una parola chiave, che può sovrastare e illuminare tutto: LIBERTA’. Libertà di essere e avere amanti o innamorati, libertà di fottere o fottersene, libertà di provare o sognare.  

D’altra parte una sex coach non insegna soltanto l’arte di accoppiarsi, ne ispira lo spirito. Quello intenso di chi ne coglie il più virtuoso dei talenti… magari come Charles Bukowski che negli eccessi ha compreso esserci la vita.

“Donne” forse è molto di più di un romanzo erotico.

Se ne consiglia vivamente la lettura, la comprensione, la pratica.

Una scorpacciata di sesso, comunque, non è mai indigesta quanto una delusione d’amore. Siete d’accordo?

Serena Key Sex Coach

 

5 thoughts on “Donne: un universo di bambole sessuali”

  1. Eri così sexy sai: eri tutta bagnata di pioggia e… io… avevo il folle impulso di metterti contro la superficie lunare e… darmi a… perversioni interstellari.
    Woody Allen, in Manhattan, 1979

  2. Ognuno di noi riempie i suoi vuoti come meglio crede. Sesso, donne, alcool sono e saranno sempre un threesome a dir poco perfetto. Tutti gli uomini, anche se magari non lo confessano nemmeno sotto tortura, in primis a se stessi, si sentono più vivi con una donna. Dalla notte dei tempi, piaccia o non piaccia, è il nostro destino. Poi dipende dalle priorità e dai desideri, ma “una scorpacciata di sesso, comunque, non è mai indigesta quanto una delusione d’amore”. Mai.

  3. Io non condivido lo stile di vita di Bukowsky, non ne comprendo le ragioni e non vedo in lui un ben che minimo richiamo sessuale.
    Sono convinta che:
    ‘Penso che ciò che ti rende sexy sia il modo in cui tratti le donne.’
    E questo è Ray Winstone, che, oltretutto, racconta quello che dici tu, cara Serena, nei post del tuo blog. Te ne cito un paio ad esempio: ‘virilità creativa’ e ‘la virilità degli uomini’.

    ‘Non sono mai eleganti gli uomini che non amano le donne. Non sono mai eleganti gli uomini che non rispettano la verità. Non sono mai eleganti gli uomini che non sanno vivere di spirito e intelletto. Non sono eleganti perché non sono virili.’ Serena key

    In questo mi trovi pienamente d’accordo.

    • Il protagonista di Donne confessa il disagio e il disprezzo per la sua condotta da porco ubriacone:

      «Non pensavo a niente se non al mio stupido meschino piacere.
      Ero come un ragazzino viziato. Ero la peggiore di tutte le puttane»

      …Comunque cara Sara, conosciamo Bukowsky scrittore, non conosciamo Bukowsky uomo!
      Pensa cosa rispose in un’intervista, alla domanda “Come sei a letto?”
      «Non sono uno sporcaccione, sono molto puritano in realtà. Quando faccio l’amore non sono molto aperto, odio perfino fare l’amore durante il giorno. Ho un mio motto sulle donne: tornano sempre. Ed è vero: a volte tornano insieme, due o tre per volta e lì diventa davvero grigia»

      Mescolava sarcasmo a verità. Del resto non aveva forse avuto una vita propriamente facile.

      Questo è un link interessante, Sara!

      https://www.glistatigenerali.com/letteratura/la-piu-grande-intervista-fatta-a-bukowski/

      In ogni caso non è l’elogio di “uno stile di vita”, se mai una spaccato di storie, momenti, istinti… dietro molti eccessi spesso c’è una profonda solitudine da comprendere, no?

      Grazie per essere intervenuta.
      Onorata, saluto.

      Serena Key

Lascia un commento Annulla risposta