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Anal, please? Yes of course

Cara Serena, ammetto che mi piace molto scriverti perché nella buca delle lettere si può parlare liberamente e altrettanto liberamente arrivano le tue risposte. E’ un po’ un mio confessionale. Beh, volevo parlarti della stimolazione anale. Da giovane la ripudiavo, mi faceva schifo, la trovavo una cosa perversa e anomala per gli eterosessuali. Davvero, non capivo perché venisse praticata. Poi ho scoperto il sesso con le prime esperienze con le donne, quando cioè sei talmente pieno di ormoni e di voglia che anche le fantasie più banali e standard forniscono un piacere immenso. Ma col passare del tempo il sesso rituale e ‘normale’ perde di efficacia e arriva la necessità di sperimentare qualcosa di diverso. Così ho cominciato per conto mio ad aprirmi alla stimolazione anale e sono riuscito con coraggio ad aprire la mia mente e ad entrare in un mondo nuovo che ripudiavo. Ho scoperto il rimpianto per non averla sperimentata prima, trovando un piacere inedito e immenso. E’ un piacere amplificato alla millesima potenza che non fa altro che spalancare le mie gambe con il gusto di farlo. Sono brividi, scariche elettriche. Ho semplicemente capito che alla fine il sesso non si può catalogare per generi e che la stimolazione anale non rende un uomo gay o perverso, ma solo profondo scopritore del proprio corpo. Scoprire cioè che è bello dominare una donna, ma forse lo è anche di più il viceversa. Umore incostante 86

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Sono pienamente d’accordo con te, Umore incostante. Ho una predilezione per gli open mind che godono a invertire i ruoli, a scendere dalla sella e farsi montare.

Essere rotti a ogni esperienza non è affatto un insulto, anzi, dimostra la nostra incontenibile pulsione alle emozioni della carne.

 

Da buona Sex Coach e da CULtrice del genere non posso che appoggiare e spingere tale intraprendenza. Via libera all’arte dell’inculata buona e generosa!

 

Serena Key Sex Coach

 

 

 

 

 

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