Ti attira come una calamita, il BORDELLO.
Ti attira perché ha la potenza dell’autenticità.
Ti attira perché accoglie l’umana natura, ospita la sensualità, celebra il piacere. Che bello, il bordello. Con il suo fascino elegantemente porcello e la sua verità beatamente semplice.
Regole e sesso possono andare felicemente d’accordo. Tutta questione di scelte. Lo sanno bene in Svizzera dove la florida economia del godimento spalanca le porte ai desideri e alla loro soddisfazione. Lo sanno bene gli italiani che varcano il confine a caccia di seduzioni, giochi erotici ed orgasmi. Un business super legale, spesso lussuoso e sempre affascinante, che tiene accese con gioia le luci rosse.
Senza ipocrisia, quella che prende la scena è pura magia.
La magia delle atmosfere e degli incontri. La magia dei liberi amplessi.
Nessun appuntamento segreto, ti accomodi in un sexy club pagando un biglietto di ingresso e consumi quello che vuoi…da un ottimo drink a un accordo di letto e passione.
Senza maschere, senza bugie, senza vergogne. Con i pruriti a briglia sciolta, con le fantasie a fior di pelle.
Se poi preferisci un tete à tete in un ambiente più intimo, in Svizzera puoi andare a viverlo serenamente con la tua adorata escort in un appartamento ufficialmente destinato al trionfo dei sensi.
Si chiama realtà, si chiama civiltà, si chiama carnalità.
Bando ai divieti, la lussuria circola come circolano le voglie e i denari.
Chapeau. Chapeau al mestiere più umano del mondo. Chapeau a chi se la spassa. Chapeau a chi ha le idee limpide. Chapeau a chi riconosce e rispetta. Chapeau alle pubbliche casse di quei Paesi che non disdegnano i giusti versamenti di tutti i contribuenti.
Basterebbe accendere quella levetta del cervello: open.
Bisognerebbe spogliarsi di un po’ di perbenismo.
Evviva il bordello. Evviva il gusto e il coraggio dell’alcova. Evviva l’idea di non dover varcare la frontiera.
Evviva chi prova, ovunque sia, il brivido degli istanti.
Io sono andata. Sono andata ad eccitare e saziare. Sono andata a prendermi un bordello di emozioni.
In fondo, dove c’è orgasmo c’è casa: parola di sex coach.
S K . C H. S e r e n a K e y
Penso che quella del bordello sia un’esperienza che ogni anima alla ricerca del piacere debba vivere. Perchè il bordello, in fondo, con le sue semplici regole, non è che l’esaltazione e la celebrazione del piacere, in barba ad ogni falso moralismo o perbenismo e ipocrisia. Il bordello è come una livella che accoglie tutti, dal professionista al disoccupato, dal timido allo spavaldo, dal curioso al timoroso. E offre a tutti la possibilità di viversi il piacere che più desidera. E’ un vero peccato che nel nostro paese non sia più possibile fare esperienze del genere…
Faccio mio, e ti propongo, il pensiero di Dino Buzzati (Come fece Erostrato, in Quando l’Italia tollerava): “Ritengo che le case chiuse non fossero quell’abominio che molti hanno cercato di far credere. Le ho frequentate per parecchi anni e sinceramente le rimpiango. Pensate, voi giovanotti che non avete fatto in tempo a conoscerle: in qualsiasi ora del giorno e della sera, e con spesa ragionevole, poter avere, senza nessuna complicazione né rischio, senza perdita di tempo, poter avere di colpo una ragazza giovanissima, di straordinaria bellezza (ne conobbi più d’una che poteva rivaleggiare facile con Marilyn Monroe) e di bravura superiore, quale nel regime attuale, richiederebbe – ammesso che esista e sia indispensabile – lunghe e tormentose manovre di approccio e il dispendio di parecchi milioni. Devo dire inoltre di non aver mai constato che quelle donne fossero delle infelici, oppresse e conculcate. Avevo anzi l’impressione che facessero quella vita molto volentieri. Aggiungo che a mio modo di vedere il mestiere di donna pubblica è tutt’altro che spregevole e in sé disonorante. Se per antichi pregiudizi quelle creature sono giudicate essere inferiori e quasi tenute al bando della società onesta, questo non significa che sia giusto. Esse svolgono una funzione apprezzabilissima, la quale, se adempiuta con gentilezza, umanità e sapienza, può divenire una cosa molto bella.
[…]ma c’è un altro aspetto negativo della legge Merlin che non ho visto indicare da alcuno. Essa cioè – e non ho nessuna intenzione di scherzare – ha troncato un filone di civiltà erotica, che, nell’ambito delle case chiuse,
veniva trasmesso, con le parole e con l’esempio, di generazione in generazione, alimentando un’arte spesso raffinata, che temo sia ormai disperso per sempre. Cosicché la Merlin può essere paragonata a quell’Erostrato che è leggenda abbia appiccato il fuoco alla grande biblioteca d’Alessandria, distruggendo un immenso capitale di cultura, mai più recuperato.”
Perchè in fondo, cara Serena, non sei forse un bordello di emozioni? (dalle mie parti si usa dire “un bordello di…” con il significato di un sacco di, un mucchio di).